Prima di sedersi e meditare è importante eliminare tutti i pensieri che sorgono, non indossare vesti che stringano il corpo e allentare la cintura affinché il sangue circoli liberamente.
Una volta seduti, il corpo deve essere insensibile come un ceppo e la mente priva di moto come la fredda cenere. Gli occhi devono guardare in basso, con lo sguardo fissato sulla punta del naso; però non si devono chiudere interamente, per evitare il torpore e nemmeno si devono tenere del tutto aperti, per impedire che lo spirito vagabondi all’esterno. Li si devono fissare sulla punta del naso con l’attenzione concentrata nella zona tra i due occhi.
Con il tempo la luce della vitalità si manifesterà. Questo è il modo migliore per sbarazzarsi fin dal principio da ogni pensiero quando si prepara l’elisir dell’immortalità.
Quando il cuore (la mente) è divenuto calmo, si deve trattenere la facoltà visiva, frenare quella uditiva, toccare il palato con la punta della lingua e regolare il respiro attraverso le narici.
Se il respiro non viene regolato, si sarà disturbati da un respiro che manca o che è affaticato. Se il respiro è invece ben controllato, si dimenticherà tutto ciò che ha relazione col corpo e il cuore (la mente).
— Lu K’uan Yü, Charles Luk, Lo Yoga del Tao. Alchimia e immortalità, Edizioni Mediterranee, Roma, 1985, p. 28