
Trieste e l’Egitto. Curiosità esoteriche dietro il culto di Osiride.
Perchè il sangue nella liturgia cristiana è associato al vino? Ed è proprio a Trieste che possiamo trovare una risposta. Qui si venera infatti San Giusto, un martire importato dall’Egitto nel quarto secolo d.C. probabilmente dalla città di Ossirinco, dove esisteva anticamente una chiesa consacrata in Suo onore, e divenuto patrono della città.
Giusto è raffigurato con in mano una curiosa lancia a tre punte: la lancia triforcata è l’emblema della città. Egli fu annegato dai soldati romani con dei pesi nel mare, il 2 novembre del 303. In Egitto, ai primi di novembre, si celebravano i funerali del dio Osiride: sigillato in una botte e sprofondato nel Nilo.
Per i fedeli di Osiride, il momento culminante dell’anno era la vendemmia: a inizio novembre. In quei giorni, il sangue versato dal loro dio si tramutava in vino. Osiride non a caso era associato dai Greci a Dioniso, dio del vino che impugnava un bastone stilizzato a tre punte: il tirso…
Il culto di Osiride, e del suo equivalente greco Dioniso, era radicato nelle città costiere del Mediterraneo settentrionale che intrattenevano forti scambi commerciali con il nord-Africa.
Trieste è un caso tipico: San Giusto guerriero che regge l’alabarda è l’evoluzione culturale di Dioniso che regge il tirso. Lo vediamo, confrontando una pittura vascolare (340-320 a.C.) dal Museo di Boston con un quadro (1540) del pittore Benedetto Carpaccio dalla Cattedrale di Trieste.
Andrea Armati assieme alla scrittrice goriziana Nataša Cvijanović, esperta di paganesimo, terrà un incontro a due voci, e nell’occasione presenterà il suo libro di recente pubblicazione: “Orge sacre: il vino di Bacco e il sangue di Osiride”.
Speakers
- Andrea Armati
- Nataša Cvijanović
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.