Tra gli dèi adorano soprattutto Mercurio, al quale in giorni stabiliti considerano lecito rivolgere suppliche anche con vittime umane. Ercole e Marte li placano con animali consentiti. Parte degli Svevi sacrificano anche a Iside; donde il motivo e l’origine per un culto di origine straniera poco ho accertato se non che la statua stessa rappresentata in forma di (nave) liburnica dimostra che questo culto è stato importato. Del resto non ritengono conforme alla grandezza dei celesti né rinchiudere gli dei tra pareti né raffigurarli sotto nessuna sembianza di volto umano; consacrano boschi e selve, e chiamano con nomi di dei quell’essere misterioso che vedono solo per senso religioso.
(Tacito, Germania 9.)
Tacito indica quattro principali divinità: Mercurio, Ercole, Marte, Iside.
Mercurio, scrive Tacito, è sopra tutti gli dèi e a questi si immolano vittime umane. Egli, dunque, è identificabile con *Wodanaz (antico nordico Oðinn, antico inglese Woden, antico tedesco Wuotan). Questa associazione nasce dal fatto che entrambi presentano un aspetto decisamente oltretombale. È nota, infatti, la funzione di accompagnatore dei morti riservata a Mercurio, così come è altrettanto noto che a Wodanaz era affidata la cura dei guerrieri caduti in combattimento.
Altre motivazioni per associare i due dèi poggiano sull’iconografia: nelle raffigurazioni, a Wodanaz sono attribuiti la lancia e il cappellaccio e a Mercurio il pètaso (cappello a falda larga) e il caduceo (bastone alato con due serpenti attorcigliati).
Un’altra conferma si trova nella struttura dei giorni della settimana, cioè nella corrispondenza del dies Mercurii con il giorno di Wodanaz (inglese Wednesday, olandese Woensdag, antico scandinavo Oðinsdagr).

I Germani, continua Tacito, placano Ercole e Marte immolando animali.
Marte è, generalmente, identificato con il dio *Teiwaz (antico nordico Týr), come prova la corrispondenza tra il giorno di Marte e il giorno di Teiwaz (inglese Tuesday, antico frisone Tiesdei, ecc.).
Ercole, a sua volta, in un primo tempo, fu identificato con *Thuranaz (antico nordico Þórr, antico sassone Thunar) in forza delle armi, la clava e il martello, con le quali sono sempre raffigurati entrambi. Tuttavia, in seguito, Ercole sarà sostituito da Giove, in quanto il martello di Thuranaz fu legato alla folgore e, dunque, è più vicino all’arma per eccellenza del dio supremo dei greci e dei romani. La nuova relazione sarà ribadita dal collegamento tra il giovedì, giorno di Giove e il giorno di Thuranaz (inglese Thursday, tedesco Donnerstag, ecc.).
La suddivisione dei giorni della settimana venne adottata in queste regioni nel IV secolo d.C. e si basava sulla ripartizione romana.
Eccoli in islandese antico:
Domenica: Sunnudagr (Sunna, f. = sole, inglese Sunday),
Lunedì: Mánadagr (Máni, m. = luna, inglese Monday),
Martedì: Týsdagr (Týr = nome del dio Týr, inglese Tuesday),
Mercoledì: Óðinsdagr (Óðinn = nome del dio Óðinn o Woden o Wotan, inglese Wednesday),
Giovedì: Þórsdagr (Þórr = nome del dio Þórr o Thórr, inglese Thursday),
Venerdì: Frjádagr (Frigg, inglese Friday),
Sabato: Laugardagr (Laug, f. = ‘bagno’, trasformato con Saturno in inglese Saturday)

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